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#Roma in 134 Tweets (2020)

Versione digitale

Il libro è dedicato al tweet – un cinguettio di non più di 280 battute – usato per raccontare ciascuno dei 134 luoghi di Roma, che l’autrice ha scelto e illustrato con le sue fotografie.

Creata in formato digitale e per essere letta sul cellulare, questa originale guida rivoluziona il concetto stesso di immediatezza di un post, altrimenti destinato a una breve durata. I messaggi scritti dall’autrice, con le descrizioni e le suggestioni di monumenti, luoghi, opere d’arte e musei della città più bella e amata del mondo, sono così destinati a durare nel tempo.

Ogni tweet racchiude un intero universo e la capacità di diffusione del messaggio dipende tutta dal suo contenuto’ – Jack Dorsey, fondatore di Twitter

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Finalmente la divulgazione della l’arte è entrata nel nostro secolo. La grande competenza, gli anni di studio e lo sguardo moderno dell’autrice sono a disposizioni dei tanti giovani e non che sempre di più utilizzano gli strumenti digitali che il progresso ci ha regalato.
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Roma Con I Miei Occhi (2018)

Versione cartacea

Questa raccolta è un invito a visitare Roma seguendo il cuore e le impressioni di Claudia Viggiani, storica dell’arte, profonda conoscitrice ed esperta frequentatrice del Bello essenziale della sua città. I singoli scritti, molto diversi tra loro, sono veri e propri percorsi, scelti solo apparentemente a caso dall’autrice che, in oltre vent’anni anni di ricerche, studi, sopralluoghi e visite, ha raccolto le idee e le nozioni in taccuini, custoditi con cura nella sua libreria. Nel tempo, le note, attentamente riesaminate, sono state unite e ampliate dando vita alla narrazione che rappresenta la parte più profonda e intima di questo libro.

Bellissimo, ti prende per mano e ti accompagna con palpabile passione e preziosa competenza alla scoperta e riscoperta delle incredibili bellezze dell’Arte di Roma. Consigliato.
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L’Italia di Giotto: Itinerari giotteschi (2009)

Giotto è il primo artista del Medioevo ad avere di fatto attraversato l’Italia; partendo da Colle di Vespignano presso Vicchio nel Mugello, dove secondo la tradizione ebbe i natali intorno al 1266/67, e trasferendosi ben presto nella vicina Firenze, dove compì i primi passi nella pittura, egli lasciò le proprie testimonianze ad Assisi, a Rimini, a Padova, a Roma, a Napoli, a Bologna, a Milano. Ma non furono solo queste città ad essere segnate dalle rivoluzionanti novità della sua arte; un singolare fenomeno, che non ha precedenti nel periodo medievale, si verifica dopo il passaggio del maestro nei diversi centri…

Le sue opere, infatti, impressero una svolta decisiva alle tradizioni e alle scuole pittoriche locali; opere in qualche caso purtroppo del tutto scomparse, ma idealmente ricostruibili non solo attraverso le fonti scritte che ne diedero spesso immediato riscontro, ma, soprattutto, grazie agli echi riscontrabili nella pittura dei maestri che le videro e con le quali furono, per così dire, costretti a confrontarsi. È infatti un dato incontrovertibile il verificarsi di una più o meno immediata reazione agli stimoli imposti dalla autorevolezza e originalità della sua arte, aspetti che furono ben compresi non solo dagli artisti a lui contemporanei, ma anche dai suoi committenti. È, questo dei committenti, un elemento anch’esso di novità: si rivolgono a Giotto Ordini religiosi, i Francescani innanzitutto, ricchi mercanti e banchieri, come Enrico Scrovegni a Padova, i Peruzzi e i Bardi a Firenze, ecclesiastici di rango, fra i quali Jacopo Stefaneschi a Roma e Bertrando del Poggetto a Bologna, sovrani e nobili come Roberto d’Angiò, re di Napoli e Azzone Visconti, signore di Milano. Infine, il Comune di Firenze nel 1334 lo nomina soprintendente alle opere pubbliche della città e capomaestro della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Un tracciato, dunque, assolutamente trasversale, sia in senso geografico sia in termini più ampiamente sociali. Una così straordinaria vicenda artistica e biografica, non poteva non incidere in profondità nel tessuto vitale della cultura italiana della fine del Medioevo, una cultura, soprattutto in campo figurativo, decisamente sfaccettata e aperta ad accogliere apporti tra i più diversificati. Giotto per la prima volta in Italia costruisce, con sorprendente rapidità, un modello normativo che sarà difficile eludere; come Dante Alighieri getta le basi della lingua volgare italiana, così Giotto fonda le regole grammaticali di base della pittura occidentale e delinea la fisionomia dello snodo cruciale dell’arte tra Medioevo e Rinascimento. Si tratta, senza dubbio, di un fenomeno che, al di là di una situazione politica a quel tempo assai frammentata, può essere definito, con tutte le precauzioni del caso, “nazionale”, nel senso che di fatto tutto il territorio italiano fu toccato, con declinazioni e intensità diverse, dalla lezione di Giotto. Il volume è a cura di Claudia Viggiani, con introduzione di Alessandro Tomei.